Summer

Immagine: Le due estati, ityart

E se un giorno, svegliandoti, scambiassi
l’esalazione del manto per calore solare

E se un giorno, svegliandoti, notassi le gocce
di cui sei naturalmente preno alzarsi verso il cielo
lasciando la tua mano e il tuo corpo aridi e spenti

E se un giorno, quel bisogno d’acqua e gocce
riempisse d’ocra il tuo sguardo rendendolo smanioso
e stanco

E se un giorno, ancora quel giorno, nel divenire
arido, spento, smanioso e stanco notassi anche
la tua errata posizione

E se in quel giorno il tuo turbamento fosse tale
da spingerti all’emigrazione o all’annullamento

Se tutto questo accadesse, tu, cosa faresti?

Di sciami e ronzii

In questi giorni torna sovente l’immagine di uno schermo incapace di trasmettere. Uno schermo luminoso che presenta solo puntini bianchi e puntini neri. Alternati. E rumore, tanto rumore. Badate bene, non un caotico mix di suoni ma un bzzzzz, simile al fastidioso ronzio di mosche, zanzare e simili.

A pensarci bene, quel ronzio, il loro ronzio, deriva dal movimento alare. Quindi, correggendo l’input iniziale, potremmo dire che sì c’è un rumore, che quel rumore è simile ad un ronzio e che quel ronzio è prodotto dal movimento di tanti esseri. Ecco, così facendo, la macchia vista nello schermo non è più una semplice accozzaglia di puntini bianchi e di puntini neri ma uno sciame. Uno sciame che muove verso l’osservatore producendo caotici ronzii.

Perché parlare di sciami e di ronzii, qualcuno potrà chiedersi. La risposta non risiede nell’entomologia. E neanche nello studio dei sogni. In cosa, allora? Forse nell’immaginario. Chiudete gli occhi, provate ad avvertire un brusio di sottofondo. Adesso, immaginate che quel brusio aumenti. Iniziate a preoccuparvi, ad aprire un po’ gli occhi e dalla fessura tra le palpebre scorgete la macchia. Aprite gli occhi, sgomenti, e la macchia è lì. Di fronte a voi, gigantesca e oscura con il suo assordante ronzio. Il seguito, ciascuno potrà sceneggiarlo da sé. La macchia potrà sparire, potrà ingrandirsi, potrà attaccare, potrà implodere o esplodere. Dipende da molte variabili. E dipende da ciascuno. Dallo sguardo, dall’immaginazione, dal modo in cui ognuno deciderà di vedere la macchia e se e come affrontarla.

Quel che è certo è che si tratta di una macchia “storica”. Che ciclicamente ritorna in ogni luogo. Porta con sé le solite appendici anti-umane e mai la sua forma è identica alle precedenti. Una macchia storica che torna ciclicamente e chiama. Cerca l’adunata reazionaria e contribuisce, quando va bene, alla creazione del suo opposto.

Non so come ciascuno deciderà di agire innanzi la macchia e, al momento, non vedo molti opposti ma confido, ancora, nell’insorgere. Nel collettivo risorgere.

Immagine: Contro, ityart

Let them be

Immagine: Profilo, ityart

Lasciate che seguano la
loro via,
che le stelle
fluttuino come fiocchi.

Let them flow
their own way
let the stars
float as flakes.

Lasciate che parlino,
danzino, urlino,
creino il flusso.
Il loro.

Lasciate che siano.

Let them speak,
dance and scream,
Let them make a flow.
Their own one.

Let them be.

 

25 Aprile: Memoria, Liberazioni e Resistenze

Ricorrenze e “ma”. Le date sono importanti, in molti cercheranno di convincerci del contrario, “alla fine, un giorno vale l’altro”, sentenzieranno. E devo dire che, per certi aspetti e in determinati contesti, anch’io sono solita credervi. Ma, in precisi casi, subentrano dei “ma“. Semplici opposizioni che servono a precisare. E’ vero che alcune cerimonie possono essere trascurate, specie se la forma, in quelle cerimonie, diventa preponderante rispetto il contenuto, il significato. E, certamente, sta ai singoli, in molti casi, scegliere se darsi alla celebrazione o meno.

Ma, ritorna il “ma” iniziale. Esistono delle date che, credo, meritano d’essere ricordate e tramandate, non puramente come indicazioni di festività, giornate di bivacco e assenza lavorativa giustificata. No, devono essere ricordate e tramandate perché racchiudono storie importanti e altrettanto importanti moniti.

“Arrendersi o perire”. Il 25 Aprile del ’45 il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI, sede di Milano, presieduto, tra gli altri, anche da Sandro Pertini) proclamò, nei territori occupati dal nazifascismo, l’insurrezione generale, dando a tutti i partigiani (appartenenti al Corpo Volontari della Libertà) attivi nel settentrione il compito di attaccare i presidi fascisti e tedeschi per imporre la resa. In qualità di “delegato del Governo Italiano”, il CLNAI assunse il potere “in nome del popolo italiano” ed emanò in prima persona dei decreti legislativi, stabilendo anche la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti, compreso Benito Mussolini (che venne fucilato tre giorni dopo).

La festività nazionale. Il 22 aprile del 1946, su proposta di Alcide De Gasperi (Presidente del Consiglio), il luogotenente del Regno d’Italia, principe Umberto II, emanò un decreto legislativo luogotenenziale ove si dichiarava che «A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale». In particolare,  dal 27 maggio 1949, con la legge 260 (Disposizioni in materia di ricorrenze festive), la ricorrenza è stata istituzionalizzata divenendo, in maniera definitiva, festività nazionale.

25Aprile2018. Tutti gli anni, lungo lo stivale, alcuni di noi assistono e partecipano a cerimonie in nome della memoria, seguono concerti, vanno fuori porta. Altri alzano ancora il pugno e percorrono cortei, manifestano. Manifestiamo, crediamo. Eppure, nel particolare momento storico in cui viviamo, non posso che domandarmi cosa sia rimasto, oggi, di quella lotta. Se e per quanti sia un ricordo vivo. Se e per quanti voglia dire qualcosa. Se e per quanti sia stimolo per migliorarsi, per non cedere. Pensandoci, oggi abbiamo davvero bisogno di essere liberati. O meglio, abbiamo bisogno di liberarci. Dall’odio, dalle divisioni, dall’indolenza, dalla precarietà, dall’instabilità, dalla menzogna, dalla crudeltà, dall’indifferenza. Dovremmo liberarci da tutto questo e da molto altro. E dovremmo farlo insieme, sarebbe un buon modo per onorare, ulteriormente, la memoria di quanti hanno creduto in un mondo migliore.

Immagine: 25 aprile

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*** N.B. Con quanto qui scritto in nessun modo si vuole incitare alla violenza ***

Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore

La Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore nasce per volontà dell’Unesco nel 1996. L’ obiettivo è promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la tutela del copyright.

Perché proprio il 23 aprile? E’ stata scelta questa data perché, nel 1616, morirono a poche ore di distanza l’uno dall’altro tre scrittori, pilastri della cultura universale: William Shakespeare, Miguel de Cervantes e Garciloso de la Vega.

UNESCO, Commissione Nazionale Italiana. La C.N.I. dell’Unesco ha stilato un elenco di storie ambientate nelle 20 regioni italiane scegliendo due libri allo scopo di connettere la narrativa al territorio e stimolare, ulteriormente, l’interesse dei lettori. Inoltre, visitando la pagina Facebook della C.N.I., gli utenti hanno la possibilità di aggiungere i propri libri preferiti per ampliare l’elenco stilato dalla Commissione.

Rose di Catalogna. Il 23 aprile, in Catalogna, la celebrazione del libro è accompagnata dal profumo delle rose. Narra la leggenda che quando San Giorgio uccise il drago, dal suo sangue nacque una rosa. Giorno di San Giorgio è il 23 aprile e consolidata è l’usanza di scambiarsi libri e rose tra amici e innamorati.

 

Immagine: 23 aprile

 

 

Earth Day!

 

 

#EarthDay Oggi si festeggia la Giornata mondiale della Terra!

Scopo della giornata è la celebrazione dell’ambiente e la salvaguardia del pianeta Terra.

Le Nazioni Unite hanno indetto questa festività annuale, un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera, il 22 aprile. Molti gli eventi previsti, in tutto il mondo, per questa giornata.

E’ importante sensibilizzare e ricordare che la nostra presenza nel globo è un dono, fugace e prezioso, e che il miglior modo che abbiamo per esserne riconoscenti è prenderci cura del globo stesso, degli esseri e degli elementi che lo popolano e compongono.

 

Le proposte di GreenMe

Info ed eventi da E.D.I.

Immagine: 22 aprile

 

 

 

Chanson Nocturne – Video Clip

Crediamo fortemente nella capacità di rinnovarsi e dar vita a prodotti

nuovi in grado di creare empatia con gli individui, un collegamento

capace di suscitare interesse ed emozioni.

A tale scopo, prendendo spunto da alcune righe poetiche nate un po’ di

tempo fa su Goylì Goylà, Chanson Nocturne ha mutato pelle, divenendo

clip video.

 

Sperando possa incontrare il vostro gusto… ecco a voi

Chanson Nocturne.

Su macerie e bagliori

Pensavo alla candida perfezione di un fiocco invernale, regolare e fedele a se stesso.
Pensavo alla candida, democratica accettazione esistente tra i fiocchi.
Diversi, tutti, l’un dall’altro
egualmente scivolano tra le distanti nubi e i freddi cieli.

E ricordano le perle, generate da morbidi architetti intrappolati in dimore sabbiose. Nate da
scorie, scarto /come fango/ modellate in circolare candore.

E ricordano le saline produzioni oculari, come quando il pungente chiarore s’insinua tra le sclere
o l’intirizzente blu blocca le articolazioni.

Costringendo l’occlusione. Oculare quanto gestuale.

Pensavo a quante differenti, imperfette, perfezioni esistano e a quante macerie, scarti e scorie le circondino.
Pensavo alla luminosità dei fiocchi, delle perle, degli sguardi dopo le tempeste, dopo i geli, dopo le chiusure.
Pensavo a quanto richiamino la maestosità dei cieli, la delicata danza dei venti, l’immensa profondità degli abissi.

E così ho rammentato perché fiocchi, perle e lacrime ricordano l’imperfetta
meraviglia che suscitano il vivere e i viventi, tutti.
Nonostante le scorie, nonostante le macerie.

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Foto: Madonna delle macerie

Tra luci e colori

Avete fatto caso alla delicatezza che la luce ottobrina è capace di emanare?

Le finestre ed ogni oggetto, dalla sedia al bicchiere, dal tavolo al dorso della mano sono sfiorate da un tenue bagliore. Quasi sacro, quasi eterno. Ci si chiede se questa luce sia capace di far trasparire la vera essenza delle cose… intanto sovviene alla memoria la cara Gertrude “una rosa è una rosa è una rosa” e con lei verrebbe d’affermare che tutto ciò che è, puramente esiste. Eppure, come non notare e glorificare con sguardo e spirito la vibrante essenza che ogni elemento emana sotto questa luce?! Sarà questione di prospettive, angolazioni, sguardi o propensioni… ma, oggi, ogni cosa che nella sua concretezza è percepibile mi appare sacro e circonfuso d’un alone altro, magico.

Questo bicchiere è una rosa, questo tavolo è una rosa, questa mano è una rosa e comunque bicchiere, tavolo e mano. Comunque loro stessi, comunque altro.

In tale apnea sognante, la luce chiama il colore e il colore la carta e la carta le dita e uno stuzzicadenti, per le linee sottili. Sentire la luce e il colore tramite il calore dei polpastrelli è un’esperienza sublime, catartica. Liberatoria oltre ogni dire.

Non importa il fine ultimo, non c’è scopo, non esiste una ragione scientifica ed esatta della liberazione. Anch’ella è, accade, si manifesta e genera impronte, di varie forme e dimensioni. Di qualcosa che non si comprende, di qualcosa che, a sua volta, esiste interiormente. Al di là di ogni pensata immagine, esiste, in profondità.

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Foto: Flying eyes, by ItyArt