Luminose Microcosmonaute

Tempo fa, una mia carissima amica mi parla di un progetto a cui sta partecipando.
Ne è entusiasta. Ci confrontiamo, scambiamo pareri, aspirazioni e teneri ricordi.

Lei è brava, in molte cose, e appassionata. Di quella passione cosciente e traboccante
che contagia al primo riflesso. Ha sempre scritto, ma non questo particolare genere.

Compone e comincia a nascere una piccola perla che decide di condividere con me.
Si pensa a una raffigurazione grafica, una illustrazione per accompagnarla. E dopo
qualche bozza per prendere le misure, ecco che spunta la versione definitiva.

 

   

E ne siamo contente. Molto.
Trascorrono i mesi:
il racconto è finalizzato,
il libro pubblicato
e io non posso che essere orgogliosa
del suo lavoro e felice della nostra condivisione.

 

Lei è Adele Manassero, il suo racconto si intitola “Una mattina luminosa per una microcosmonauta” ed è contenuto nel volume “Metamorfosi” pubblicato da Words4link “Scritture migranti per l’integrazione” – scaricabile gratuitamente. Decisamente consigliato!

Ity 

ps Adele è anche creatrice (ed editor) di Afrologist.
Se non lo conoscete, dategli un’occhiata – merita davvero!

danzatrici-acrilici su carta-ityart

Lungo la collina

Lungo la collina,
anziani intonano il ricordo
delle gocce –
un passo dopo l’altro.

Una bambina scivola sull’erba:
piccolo fiume
fende l’aria
al passo di un saltello.

Più in là, un’ombra gioca
con il rumore dell’acqua.
Simula il frusciare del verde
e intona parole nuove.

La bimba sussurra,
l’ombra risponde,
gli anziani indicano.

Il gioco del mondo si compie
in un respiro,
con un saltello.

E il fiume continua a scorrere
e il verde si fa cremisi.

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Immagine: “Le danzatrici” – ItyArt
Acrilici su carta

Una bolla

Un giorno, una bolla si librò in aria.
Incurante dei venti cominciò a vagare.

Gradino dopo gradino, incontrò atomi di ossigeno
e pulviscolo stellare.

Si librava. Perfetta e liscia, tonda e luminescente.
Chiusa in se stessa eppur libera di sognare.

Raggiunse, un giorno, l’arcobaleno.
Duplice e intrecciato, indicava setoso le placide nuvole.

La bolla, inebriata dall’iridescenza, gioiva –
campanella a festa – e saliva, saliva, sempre più su.

Non si accorse, la bolla, che di gradino in gradino
e di contatto in contatto,
parti di sé eran rimaste indietro
a galleggiare.

E che lei,
di gradino in gradino e
di contatto in contatto,
diveniva sempre più piccola e sottile.

Finché un giorno sparì, ormai tutt’uno con le stelle.

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Immagine: “Tra le nuvole” –  © Ityart
Olio e acrilici su cartone da riciclo

Ci incontreremo

Ci incontreremo un giorno

senza dover provare che andare lontano

vuol dire dimenticare

 

Ci incontreremo un giorno

attraversando il confine

oltre barriere e prigioni

in un angolo azzurro

in un angolo verde

 

Uomini e donne

madri e padri

illusi e nostalgici

romantici e cinici

 

Ci incontreremo e ricorderemo

quando guidavamo le nostre personali

strade sentendo vicino qualcuno

 

Un pezzo di noi stessi

di qualcun altro

 

Su un mezzo qualunque

ci incontreremo e sapremo

che oltre le catene e i malumori

resta la lotta e il ricordo del nuotare

 

E un pezzo di noi, di qualcun altro

e il senso d’appartenere se non ad altri

a quell’angolo di mondo che in noi

dimora, azzurro e verde.

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Immagine: “Primavera” – ItyArt
Olio e acrilico su tela gallery

Ocra e blu-dipinto-Ilary Tiralongo-ityart

Ocra e blu

Pezzi di luce riflessa
osservi e osservano,
ondeggiano ai 4 cardinali.
Piume altre alternano il bip al clack.

Una creatura astratta, venerante e
divoratrice incede oscillando.

Ocra e blu.
Tra terra e cielo è l’odore di pioggia,
del salino sciabordio.

Ocra e blu.

Soltanto
ocra e blu.

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Immagine: Ocra e blu
Acrilici su carta

Proletariato-ityart-ilary tiralongo-dipinto

Proletariato

Il futuro di un dito nell’oscillare del polso –

agli incroci, le notti sono parte del quadro.

 

Strappare il velo con lame di ghiaccio:

il portatore di luce

ha 100 mila fogli color petrolio

li strappa e sparge in 100 mila pezzi

e tutti cantano il proprio motivo

 

e l’astenia è una macchia cremisi

su superfici candide che si espande ed espande

verso il tetto

 

e riempie la sanguigna volta

e le campane suonano, e tutti oscillano

alla viscosità eterna.

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Immagine: Proletariato
Olio e acrilici su tela

Carnival-acrilico su carta-ityart.com

L’acrobata

I.

Una girandola sull’asse verticale,
allarga le estremità superiori e alza il capo,
il sole la riscalda, il cielo un mare abbagliante.

Una pioggia di colori e suoni invadono i suoi sensi,
frenesia e concitati respiri, putti in ascesa e
coriandoli febbrili.

Un esercizio aereo,
una pioggia dorata.

Il corpo come spire, lo spirito una nuvola.

II.

Una nuvola cammina su pezzi di vetro.
Dicono sia fatta di piume.
Dicono il suo fulcro sia una gabbia e
che lì abbia la sua ispirazione.

La gabbia è fatta di acciaio,
contiene un ramo.

III.

Un ramo dimora in una gabbia d’acciaio
ed è secco.

IV.

La girandola sull’asse verticale,
allarga le estremità superiori e alza il capo,
il sole la riscalda, il cielo un mare abbagliante.

Vortica la girandola
e il suo momento è una costante.

V.

Una girandola vortica sull’asse verticale,
il sole la riscalda, il cielo è un mare abbagliante.

VI.

Una girandola
allarga le estremità superiori, alza il capo,
respira.

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Dipinto: Carnival
Acrilici su carta, 21×29,7

Manifesto a colori

Pare che colori vivano nel bianco e
che il bianco, scomposto, generi arcobaleni.

Pare che bianco e nero siano in contrapposizione.
Pur completandosi.

Pare che ogni colore aspiri all’unicità.
Pur restando comunque e sempre colore.

E pare che non importi l’aspirazione suprema
di essere un buon colore. Un colore pastoso,
luminoso, umido e brillante.

O comunque un colore.

Non importa, no.

La mano che li mesce, sì. Importa.

E il pennello, sì. Importa.

Pare che stia a loro.

Ma che se ne farebbe poi un pennello dei suoi virtuosismi manipolatori
e la mano del fine suo movimento se poi il colore – sì,  proprio il colore –
non fosse dotato di quelle particolari caratteristiche che lo rendono

colore.

Brillante, pastoso, umido e luminoso.

E comunque colore.

Eppure, prevale la mano. E pure il pennello.
E quello che mano e pennello fan credere ai colori.

Poveri colori. Dimentichi delle loro capacità rivoluzionarie.

Basterebbe uno schizzo fuoriposto, una goccia di traverso, un inghippo nella stesura
e l’intenzione della mano e del pennello, puf, diventerebbe vana immaginazione.

Un piccolo, piccolissimo atto ribelle. Basterebbe.

Basterebbe?

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Immagine: Ity
Acrilico su carta, 21 x 30

Foglie-ItyArt-IlaryTiralongo

Foglie

Foglie sole, in bilico
raggruppate, in bilico.

Germogli, in bilico
sempreverdi, in bilico
caduche, in bilico.

Foglie e comunque foglie
aspiranti il volteggio in brezza,
il candido bacio,
il caldo guanto.

E pur sempre foglie
in bilico, in caduta
tra una prescrizione e un’ammonizione.

E comunque foglie,
cadenti, cadute
tra ritardi, errori colposi e dolosi.

E pur sempre foglie,
alla mercé del vento,
del dolo della volontà altra.

E in ogni caso
foglie
resilienti, resistenti
al richiamo del falcidiante abisso.
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Immagine: Leaves
Acrilici su carta
Formato:21 x 30

In alto le mani

Temete le pistole e i proiettili
figurati e non
verbali e non.

Indossati come pensieri
sono temibili espressioni.

Le temiamo pur vivendole.

//Nel violento inframondo non c’è spazio per//

Le intime impressioni
osteggiano
l’involuzione profonda.

“Agliordini”
è motto dominante.

“Agliordini”
è un non concetto.

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Grafica digitale: Jazz Night – Piano