Boschi roventi

25 giorni di emergenza, 600 sfollati300 incendi

A leggere simili numeri verrebbe da pensare ad un luogo remoto e devastato, un luogo, magari, fuori da qualsiasi giurisdizione, non in grado di fronteggiare eventi di tale portata.

Verrebbe da immaginare un luogo lunare, dimenticato da qualsiasi divinità, perduto nel suo personale orrore. Per questo, forse, appare sconvolgente sapere che tali cifre non riguardino il desolato pianeta X ma il nord Italia (nello specifico, una zona verde, boschiva) e, rullo di tamburi, si siano manifestate in autunno.

Difatti, elementi tipici che il manuale del perfetto incendiario prevede per la realizzazione di un corposo barbecue sono la presenza di un verde acceso, umidità tipica da foresta, tanta pazienza eee la mensilità ottobrina.

I non esperti potrebbero chiedersi, come sia assurdamente possibile che una vasta area, in parte abitata, piena di conifere e arbusti (non secchi) sia andata in fumo. Certo, il föhn, diranno, ha dato il proprio contributo, ma, come il termine suggerisce, si tratta di un surplus, un’aggiunta a qualcosa di esistente, un contributo a punto. Ci sarà stata una prima mano, suggeriranno, una scintilla innescante, potrebbero supporre.

E, di fatti, c’è. Al momento, la scintilla è un quindicenne.
Le autorità hanno reso noto di aver arrestato un quindicenne che tentava di appiccare incendi allo scopo di vedere all’opera i vigili del fuoco.

Un quindicenne colto sul fatto e fermato in tempo. Un quindicenne sicuramente capace, del cui fermo ci congratuliamo ma, considerando la mole dell’evento dannoso, i sù citati non esperti, che a volte sono anche complottisti, ipotizzeranno la presenza di competenze più ferrate ed esperienti.

Pare, inoltre, che in una zona della val Susa gli incendi abbiano raggiunto anche il presidio NoTav. Intanto, dall’Interno, cravattati sostengono di aver individuato “dispositivi pronti ad agire” che farebbero presumere l’esistenza di un piano dolosamente premeditato, in grado di ritornare a colpire se il föhn nuovamente s’azionasse. Ma, attenzione, il dolo è solo presunto, non vi è certezza.

Nel frattempo, da Croazia, Francia e Svizzera giungono mezzi aerei e litri d’acqua. Nel frattempo, dopo poche ore, la sfiorata Lombardia ha chiesto lo stato di emergenza nazionale. Nel frattempo, di fronte a nuove proposte di mezzi francofoni pare che qualcuno abbia detto no, per gli alti costi di rimborso.

Così, tirando le somme, è da 25 giorni che il Piemonte (e non solo) arde, gli ettari bruciati sono molti, la gente in emergenza aumenta, i canadair carezzano i cieli e 10 militari fanno capolino dalle fronde.

Così, l’attuale, triste bilancio vede:

25 giorni di emergenza, 600 sfollati, 300 incendi, oltre 200 ettari perduti, un ragazzetto agli arresti, fuoco resistente, piromani itineranti, cucù militari e possibili dolosità.

Le indagini, dunque, continuano e in tale ardente marasma, potremmo permettere alla speranza d’indugiare su umorismi neri, come la giornata suggerirebbe,  lasciandole auspicare che le citate indagini non diventino l’ennesimo fuoco di paglia all’italiana.

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Foto: Susa, by ItyArt
(collezione privata)